Un tecnico frigorista può utilizzare vari strumenti per migliorare le performance di un impianto di refrigerazione. Tra questi vi è senza dubbio il surriscaldamento che può darti informazioni molto rilevanti soprattutto in caso di anomalie.
In questo nuovo articolo di Inforedil Accademia, vedremo come calcolare il surriscaldamento e scopriremo tutti i suoi vantaggi.
Il surriscaldamento è la differenza tra la temperatura di evaporazione del refrigerante e la temperatura effettiva del gas che esce dall’evaporatore. All’ingresso dell’evaporatore il refrigerante è prevalentemente liquido e a bassa temperatura.
Passando nell’evaporatore il refrigerante assorbe calore e passa dallo stato liquido a quello di gas saturo e poi di vapore leggermente surriscaldato, prima di essere inviato al compressore.
Questo surriscaldamento è essenziale per la salvaguardia del compressore perché garantisce la totale assenza di particelle di liquido nel gas. È noto infatti che i liquidi, essendo incomprimibili, possono causare danni gravi se presenti anche in piccole quantità. Questo fenomeno, noto come “ritorno di liquido”, è spesso la causa determinante delle rotture dei compressori.
Per misurare il surriscaldamento, avrai bisogno di:
Dovrai poi effettuare le seguenti operazioni:
1. Collegare il manometro con la presa di bassa pressione
2. Agganciare con l’apposita fascetta (o strumento equivalente) la sonda alla tubazione di aspirazione tra evaporatore e compressore
3. A macchina in funzione da almeno 10 minuti, attendere almeno un minuto prima di effettuare le letture.
Perché è così importante misurare il surriscaldamento negli impianti di refrigerazione?
Perché ci fornisce preziose informazioni sull’efficacia dello scambio termico e sulla quantità di gas refrigerante presente nell’impianto (un valore molto superiore ai 5/8°C può essere indice di una perdita), e di conseguenza ci permette di capire come sta funzionando l’impianto.
Vediamo adesso in sintesi la procedura per misurare il surriscaldamento per i refrigeranti azeotropici, cioè sostanze pure o miscele che si comportano come tali, come ad esempio R 134-A o R 410-A. In condizioni normali, utilizzando una valvola di espansione di tipo termostatico, i valori normali del surriscaldamento vanno da 4°C a 8°C. Utilizzando invece una valvola di espansione elettronica, i valori normali possono scendere tra 2°C e 4°C.
Per calcolare il surriscaldamento, è necessario misurare la temperatura all’uscita della batteria dell’evaporatore e la temperatura di evaporazione del gas. Una volta acquisite le temperature, è possibile calcolare il valore del surriscaldamento sottraendo la temperatura di evaporazione (misurata con il manometro) alla temperatura di uscita (misurata con il termometro). Questa differenza rappresenta l’importo di surriscaldamento presente nel sistema.
Non c’è alcun dubbio che il monitoraggio del surriscaldamento aiuti a ottimizzare le prestazioni e l’efficienza del sistema. La misurazione corretta e il calcolo del surriscaldamento sono fondamentali per il mantenimento dell’affidabilità del sistema e prevenire problemi come danni al compressore.
Quindi, misurando e regolando il valore del surriscaldamento, i tecnici possono garantire la corretta carica di refrigerante, identificare potenziali problemi e ottimizzare operazione di sistema.
Tuttavia se si vuole valutare la resa frigorifera e l’efficienza energetica del proprio impianto frigorifero non è sufficiente limitarsi alla misura del solo surriscaldamento. Occorre, invece, procedere ad un’ulteriore regolazione sulla parte di alta pressione del circuito frigorifero.
In quella parte di impianto avviene un processo esattamente opposto: il gas una volta condensato, viene ulteriormente raffreddato. Mentre il surriscaldamento ricopre una funzione di sicurezza (contro l’arrivo di liquido al compressore) il sottoraffreddamento serve per migliorare il funzionamento del dispositivo di espansione, valvola o capillare, limitando la quantità di refrigerante allo stato liquido che si trasforma già in gas durante la riduzione di pressione.
Il Regolamento n. 517 del 2014 è attualmente in fase di revisione presso il Parlamento Europeo (clicca qui per un approfondimento).
Questa proposta di revisione riguarda anche gli obblighi in materia di formazione e certificazione per i soggetti che agiscono su apparecchiature contenenti gas usati in sostituzione dei gas fluorurati a effetto serra (gas alternativi), in modo tale da promuoverne un utilizzo sicuro.
Non da ultimo, i programmi di formazione e certificazione dovrebbero riguardare anche gli aspetti dell’efficienza energetica.
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Fonte articolo: ASHRAE
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