Fra le cause principali degli incidenti registrati si distinguono errori di installazione, materiali non conformi, scarsa manutenzione, inadeguatezza dei combustibili.
In questo nuovo articolo, vediamo quali sono le principali cause di incendio di canne fumarie, sottolineando al tempo stesso quelle che sono le attività da svolgere per preservare l’impianto sicuro e funzionante.
Da sempre la combustione e l’evacuazione dei prodotti della combustione costituisce, per il suo uso improprio ed i suoi difetti di combustione, il maggior rischio d’incendio delle abitazioni.
La conoscenza dei pericoli e dei danni ha stimolato e reso possibile l’evoluzione di questo sistema di produzione di calore, nonché l’acquisizione di prassi operative e professionalità volte alla prevenzione degli incidenti.
Purtroppo, nella metà del secolo scorso, altre fonti energetiche hanno superato in termini di importanza e diffusione l’uso degli impianti a biomassa e questo ha contribuito alla perdita di quelle prassi operative e professionalità degli addetti ai lavori. Ma soprattutto ha influito sulla perdita della cultura nell’uso di questi impianti acquisita e tramandata da generazioni.
Il risultato è che gli impianti sono considerati soprattutto per il loro aspetto estetico, ignorandone il corretto funzionamento e la corretta manutenzione, soprattutto dell’elemento oggi più critico, quale è il sistema di evacuazione dei prodotti della combustione (SEPC).
Se da un lato la conoscenza dei pericoli e dei danni correlati a questi impianti ha stimolato e reso possibile l’evoluzione tecnica, dall’altro l’analisi delle principali cause di incidenti recentemente accaduti potrà stimolare soprattutto installatori e manutentori all’osservanza delle regole.
Sembrerà strano ma la principale causa degli incendi è rappresentata dalla mancata conoscenza ed applicazione delle norme tecniche di:
Fra i difetti principali emergono:
Le principali tipologie di incendi correlati all’uso di impianti a biomassa sono comunque originate da:
La mancata manutenzione dei vecchi impianti
Una delle cause principali di incendio è rappresentata dalla mancata pulizia e manutenzione delle canne fumarie. Spesso ci si trova in presenza di canne molto sporche, con la sezione ostruita da depositi della combustione che, prendendo fuoco, trasformano il camino in una “fucina” in grado di raggiungere temperature altissime ed innescare di conseguenza le superfici adiacenti.
Tutti i camini degli impianti a biomassa devono essere puliti almeno una volta l’anno da personale specializzato asportando tutto il materiale depositato all’interno della canna fumaria.
L’inadeguatezza dei camini
Un altro fattore di pericolo è costituito dall’inadeguatezza dei camini. Spesso il punto critico è l’isolamento critico insufficiente o pressoché inesistente, unitamente al mancato rispetto delle distanza di sicurezza dal materiale combustibile.
Questo fenomeno, paradossalmente, interessa maggiormente le case di recente costruzione o ultimamente ristrutturate, dove i sistemi fumari sono metallici (raggiungono temperature più elevate) ed i tetti in legno sono ventilati (con un’intercapedine d’aria fra l’assito ed il manto di copertura che amplifica e diffonde il “problema”). Non è un caso che l’incendio della sola canna fumaria diventi, in genere, anche incendio del tetto.
Il rispetto delle norme da parte di installatori e manutentori
Tutti i sistemi fumari sono oggi prodotti secondo rigorose specifiche tecniche e vengono forniti con schede tecniche, istruzioni, “etichette prodotto” e “placca camino” riportanti le designazioni delle caratteristiche in termini di resistenza al fuoco di fuliggine, classe di temperatura, modalità di funzionamento, ecc…
Documenti che devono essere assolutamente consultati e rispettati da installatori e manutentori nello svolgimento delle diverse attività.
Cosa dovrebbero fare gli utilizzatori finali
Contribuiscono a preservare funzionante e sicuro l’impianto:
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Fonte articolo: Installatore professionale
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